Voyage en Sclérose, Voyage vers la Vie

C'est pour faire connaître cette expérience que je crée ce site. Puisse ce partage permettre à d'autres, à vous peut-être, de retrouver le cours de leur vie, de puiser en eux la force de leur propre création. Celle que chaque humain porte en lui, force qui permet à chacun d'être l'artisan bâtisseur de sa propre vie.

E SE NE AVESSIMO LA SCELTA?

Caso strano il mio, quasi da non crederci!

Da 28 anni ho la sclerosi multipla, ma sto benissimo!

Ho scelto di vivere in modo normale, senza privazioni.

Ogni anno vado in montagna e faccio trekking.

Tutto cio` è cosi` in contraddizione con quanto si dice sulla malattia da farmi quasi sentire in colpa nel parlare della mia esperienza. Eppure sento che non è solo mia, è quella di tutta l'umanità e percio` devo farlo.

Ho avuto il primo attacco clinico di sclerosi nel 1973: tutto il lato sinistro paralizzato, diplopia, enorme spossatezza.

I medici che allora mi visitarono, non vollero comunicarmi la loro diagnosi sia per non farmi preoccupare, sia nella speranza che fosse solo un falso allarme.

Dopo circa 2/3 mesi di riposo tutto ritorno` come prima: ma sembra che sia normale per il primo attacco.

Sei anni dopo ebbi una seconda "poussée": ero all'estero e li` i medici decisero che era meglio dirmi la verità. Come la prima volta, anche loro erano degli ottimi medici.

Durante i due anni che seguirono ebbi molti altri attacchi, ma per forntuna, sempre meno violenti. Tuttavia mi sentivo sempre più a disagio e sempre più in balia di questa malattia imprevedibile, che non si sa mai quando arriva e quale parte del corpo colpirà.

Avrei potuto lasciarmi andare e pensare: "Perché lottare? Ho la sclerosi e non è certamente colpa mia".

Non so cosa provoco` il mio rifiuto, ma subito dopo la seconda ricaduta, cercai le più disparate soluzioni, purtroppo tutte inutili. Non volli, come me lo suggeriva qualcuno, vivere a riposo per poter recuperare un po' di vita; volevo vivere e vivere pienamente o niente.

Solo incontrando Philippe GIROD, artista e psicoterapeuta formato alla Bioenergia dallo stesso Alexander LOWEN (1), ho scoperto che potevo vivere come lo intendevo io.

Naturalmente per giungere alla conclusione che non avevo bisogno di morire per essere vivo c'è voluto molto tempo: più di dieci anni di terapia settimanale intervallata da terapie di gruppo e stages, e a volte ci sono state ricadute anche molto gravi.

Ma tutto cio` mi ha fatto capire che sono io l'unico responsabile della mia esistenza e che sono io a decidere cio` che voglio dalla vita, anche se talvolta eventi esterni possono farmi cambiare rotta. Tali eventi possono essere legati alla mia storia personale, a quella della mia famiglia o a quella del mondo; e possono portarmi a credere che quella sia LA verità e a negare la MIA verità.

Sono giunto alla conclusione che cio` che l'umanità ha scoperto nel corso dei secoli tramite il susseguirsi delle generazioni, è come se me lo avesse consegnato, come verità intangibili, anche se talvolta tali verità non sono sempre in sintonia con la mia. Ne consegui` un enorme conflitto, sproporzionato per me e l'unica soluzione che vi trovai fu: tacere ...

Per accettare l'idea che ci sono cose che dipendono dalla mia responsabilità e cose che non vi dipendono ho lavorato utilizzando la Bio-energia ed altri approcci terapeutici per più di dieci anni, ma soprattutto mi è stata di grande aiuto la relazione umana che si è instaurata tra me e il mio terapeuta. All'inizio valevo solo guarire, in fin dei conti sono cresciuto e, verso il 1989, sono "venuto al mondo". Ormai vedo le cose da un'angolazione diversa, in modo particolare cio` che possiamo chiamare "il mondo della malattia".

La mia esperienza della sclerosi multipla non è stata ancora scritta in quanto appartiene a me certamente, ma anche a tutti voi. Ma, come dicevo all'inizio, com'è strana e difficile da raccontare! Un'amica medico un giorno mi ha detto: "imposibile, tu non avevi la sclerosi multipla!".

Da tempo cerco di far passare questo messaggio: "Tu sei il creatore ed il responsabile della tua vita", e cerco di scoprire con ogni singola persona quello che gli impedisce di sentire e vivere questa semplice verità, come ho fatto e continuo a fare io.

La mia esperienza della malattia e dello "star bene" (non della guarigione!), mi ha profondamente trasformato. Penso che la mia malattia, quella che ho io o qualsiasi altra, dipenda dalla mia responsabilità e non da quella del medico o ricercatore, né da altro che sia al di fuori di me, anche se ho ed ho avuto la fortuna di incontrare persone suscettibili di aiutarmi lungo la mia strada. Penso anche che sia un'illusione e un crimine far credere all'essere umano che bisogna solo subire. Fin dall'inizio dell'umanità l'uomo si è abituato a credere che ci sono cose per le quali non puo` fare nulla, in modo particolare per cose che lo riguardano come il suo benessere o la sua salute.

Oggi le malattie sono un po' come le stelle del 17° secolo (2): quando era talmente più facile, comodo e pratico credere che le stelle fossero attaccate a un soffitto immobile e imperscrutabile. Alcuni, che avevano percepito un'altra realtà, ne erano già morti, vittime dei loro contemporanei, troppo succubi delle loro vecchie credenze.

Oggi la strada che ci resta da percorrere è ancora lunga, siamo ancora agli albori. Dobbiamo imparare a non morire più di malattia, ma a morire di morte. La prima causa di mortalità deve essere... la morte, cioè la serenità e la pace dopo aver vissuto. Dobbiamo passare ad altro, andare oltre e cio` non è in contraddizione con la medicina che conosciamo, anche se solleva nuovi dibattiti.